Uno degli ultimi amici e sodali di Leonardo Sciascia che un po’ da “vitelloni” trascorrono i loro iggi alla sua galleria “Arte al Borgo”, impegnati in discussioni sui fatti del giorno, arte, letteratura ma anche confidenze sussurrate che rasentano il pettegolezzo. Pittore di rara allegria, Catalano: le sue tele, i suoi disegni sghembi sono caratterizzati da incroci di colori vivacissimi, accostamenti geniali, a prima vista sembrano infantili. Appunto questo “infantilismo” raggiunge la genialità, la grande bellezza. Protagonista sempre il mare e il suo “universo”. L’immagine dell’ottimismo di una volontà irriducibile.
La galleria, “Arte al Borgo”, vero e proprio cenacolo. Come nasce l’incontro e l’amicizia con Sciascia? Lo racconta in un’intervista inserita in un documentario per il “Tg2” sul grande scrittore: “Un giorno viene in galleria; io non lo conosco, lui non conosce me, di persona voglio dire. Si presenta: ‘Sono Leonardo Sciascia, vivo a Racalmuto, sono qui a Palermo per caso, e sono venuto a trovarvi…’. Mi dice che sa della mia passione per la grafica che lui condivide. In quegli anni avevo messo su una stamperia, una cosa rarissima: avevo le pietre litografiche, i torchi… tutto quello che serve; le tipografie passavano all’offset. Leonardo invece vuole restare all’antico: le incisioni, il torchio… Da quel giorno viene a trovarci: guarda curioso, discute… È cominciata così”.
Catalano descrive uno Sciascia che sfugge al tradizionale cliché: “Contrariamente all’immagine che spesso gli viene incollata, era allegro, faceva battute spiritose… Un aneddoto. Una volta organizza una gara sui dolci. Ognuno di noi deve portare un dolce del suo paese, e alla fine si decide il migliore. Ognuno di noi porta i suoi… Leonardo si procura una torta di pistacchi: una cosa deliziosa, credo lo avessero fatto alcune monache di Agrigento. Vince lui naturalmente. Un dolce squisito e introvabile…”.
“Mai. Tutte le cose che diceva o faceva le trovavo deliziose…Con gli altri libri, magari mi annoiavo. Con Sciascia mai: dovevo finirlo…E ascoltarlo, non mi stancava mai… Leonardo era una persona meravigliosa”.
Il suo ricordo più bello di Sciascia…
“Quando mangiavamo a casa sua alla Noce… A primavera ci si incontrava a pranzo. Mi ricordo una volta Bettino Craxi, in canottiera con Leonardo, passeggiavano nella campagna, parlavano tra loro, e tutto il gruppo dei craxiani che seguivano da lontano, e aspettavano…Quella volta fa una cosa molto familiare: le uova arrostite, io non le avevo mai mangiate; sposta la cenere calda del caminetto, ci mette le uova, le copre. Dopo un po’ sono cotte, davvero deliziose…Poi era ghiotto di asparagi; li veniva a cogliere anche qui da me, in giardino: era come una processione. I ragazzini venivano nel pomeriggio, per fargli un piacere glieli raccolgono: e lui che protesta: no, che mi piace raccoglierli…Questo era Leonardo Sciascia: semplice e buono”.
Professore di matematica e fisica, è stato consigliere comunale e provinciale, impegnato nel volontariato, nella difesa dell’ambiente, per unanime riconoscimento una delle più prestigiose autorità morali del viterbese; tra gli animatori del comitato che ha salvato l’area archeologica, naturalistica e termale del Bulicame dalla devastazione e dalla speculazione. Chi lo ha conosciuto lo descrive come “il più generoso degli uomini, il migliore degli amici, il migliore dei compagni nelle necessarie lotte nonviolente in difesa della pace e dei diritti umani”. Ascoltarlo, aggiungono gli amici, era sempre educativo e di grande conforto: “significava mettersi alla scuola di una persona che univa rigore del ragionamento logico all’affermazione del dovere morale e all’intransigenza dell’impegno civile, con una sobrietà, una mitezza ed una saggezza che rendevano ogni sua parola non solo un dono prezioso per il pensiero e per l’azione, ma anche un autentico gesto di amicizia che nel suo stesso darsi, in squisita cortesia ed insieme in assoluta chiarezza e onestà”.
