Sono passati ottant’anni dalla mattina del 10 luglio del 1943 in cui i soldati di stanza in Sicilia, pochi in numero e male armati, vedono riempirsi l’orizzonte delle navi delle truppe anglo-americane, pronte a sbarcare sul suolo italiano, imponendo una svolta radicale al conflitto mondiale. Cosa accade veramente in quelle ore, e cosa avviene prima e dopo lo sbarco in Sicilia? Soprattutto, qual è il reale ruolo della mafia in questa vicenda? A riflettere su questo nodo ancora irrisolto è Salvatore Lupo, che alla storia della mafia e allo studio dell’Italia fascista ha dedicato il cuore della sua decennale ricerca. In questo suo ultimo, folgorante libro. Lupo parte dalla ricostruzione dello sbarco in Sicilia per ragionare più compiutamente sul modo in cui gli Stati Uniti si rapportano all’una e all’altra mafia, quella americana e quella siciliana, in un momento che per eccellenza usiamo definire di grande storia, la seconda guerra mondiale. L’autore sgombra subito il campo da una narrazione che ha riscosso un permanente (e crescente) successo presso il pubblico, una ricostruzione fortunatissima, ma poco convincente. Non è vero – sostiene – che nel luglio del ’43, con l’operazione Husky, le armate americane si siano presentate sulle coste siciliane forti di un preventivo accordo con la mafia, e abbiano per questo facilmente trionfato sui loro nemici. L’idea del Grande complotto risulta del tutto infondata, sebbene sia innegabile che l’America in armi sia indotta dalla situazione di emergenza ad assumere un atteggiamento tollerante nei confronti delle due mafie, sia nella fase precedente sia in quella successiva all’operazione Husky. Il libro ricostruisce le vicende, spesso intricate, che si consumano sul suolo americano, mettendo in luce le ragioni per cui nel ’42 i servizi segreti della marina statunitense interpellano Lucky Luciano, il grande capo della mafia italo-americana, e il carattere effettivo, gli scopi di questa «collaborazione». Si sofferma inoltre su quanto accade poi in Sicilia, laddove le componenti americane dell’Allied Military Government (amg), nonché i servizi di sicurezza statunitensi, si confrontano con i gruppi mafiosi isolani e col movimento separatista che in quella particolare fase li rappresenta politicamente. L’intero percorso è ricomposto sulla scorta della più solida documentazione, archivistica e non. Quello che emerge è un quadro in cui il lettore trova poca leggenda, e molta storia.
Il mito del Grande Complotto
Salvatore Lupo – Donzelli
Il sole è alto nel cielo quando Maria si risveglia in un luogo che non conosce, ma le bastano pochi attimi per capire che non sarà una giornata come le altre. La luce esterna proietta sul pavimento l’ombra delle sbarre che bloccano la finestra, la porta è serrata e il letto in cui si ritrova non è il suo. Le lenzuola sono rigide, i muri segnati dai graffi. Un manicomio. Ma lei non è pazza, non può permettersi di restare lì, fra le urla delle altre internate e gli orrori dell’ospedale psichiatrico. Fuori c’è Lucio che l’aspetta. Sullo sfondo di una Grosseto segnata dalle bombe, dalle razzie e dalla lotta partigiana della a guerra mondiale, si muovono le vite delle donne che provano a farsi spazio in un mondo governato dagli uomini. E Maria funge da portavoce e da esempio per ognuna di loro.
Pazze di libertà
Silvia Meconcelli – Alter Ego