Uno dei libri più recenti che mi sia capitato di leggere è Profeti, oligarchi e spie, di Franco Bernabè e Massimo Gaggi (Feltrinelli). In sostanza si racconta come web e tecnologia sono manipolati dai giganti di Big Tech. Una sorta di “antipasto” Bernabè l’aveva offerto una decina d’anni fa con Libertà vigilata (Laterza): i grandi vantaggi, le enormi opportunità della “rete”; al tempo stesso impensabili rischi legati alla riservatezza e alla sicurezza delle informazioni. Per capire è sufficiente citare il caso di Donald Trump diventato 45esimo presidente degli Stati Uniti d’America anche – se non soprattutto – al sapiente e spregiudicato uso della “rete”, le sue infinite possibilità manipolatorie. Libertà vigilata già dal 2012 metteva in guardia dai percoli che corrono i delicati meccanismi su cui si reggono le società democratiche, i devastanti effetti e ricadute: “La salvaguardia della riservatezza della sfera personale rappresenta infatti solo uno degli aspetti in gioco: la posta è molto più alta, ed è la libertà individuale”.
Fino a “ieri” erano temi trattati da scrittori di fantascienza o da “visionari” che pre/vedevano i tempi dell’oggi: i George Orwell o gli Aldous Huxley, per intenderci. Oggi ci siamo: l’invasività delle piattaforme tecnologiche sulla vita privata di ciascuno di noi è realtà. Ne siamo consapevoli? Le piattaforme, ricorda Bernabè, “hanno una enorme influenza, non sempre positiva, sull’informazione, le dinamiche sociali, la politica e tanti altri aspetti della nostra vita. Una influenza che è destinata a crescere con lo sviluppo dell’intelligenza artificiale generativa”.
Ecco il punto: molti degli eventi politici degli ultimi anni si spiegano attraverso i condizionamenti politici delle piattaforme. Non solo Trump. Si può citare il brasiliano Jair Bolsonaro, il SI inglese a favore della Brexit, il movimento Novax: in comune modelli basati su algoritmi, la polarizzazione delle opinioni, il proliferare di tesi “complottiste”. Opinioni estreme diffuse nel web provocano massicci “click” e di conseguenza enormi guadagni per i gestori: 282 miliardi di dollari i ricavi 2022 di Google; 514 i miliardi, sempre in dollari, per Amazon. Bye bye al sogno/utopia della “rete” open, fonte di democrazia dal basso, autogestita, in grado di soddisfare a tutti e ciascuno l’agognata opportunità.
Bernabè ripercorre le varie tappe: una serie di provvedimenti legislativi dell’amministrazione Clinton negli anni ’90 si pongono l’obbiettivo di “liberare” da qualsiasi vincolo le imprese che cavalcano la rivoluzione tecnologica di Internet. Le piccole società di quegli anni si trasformano in giganti. Agli inizi del 2000 scoppia la bolla di Borsa, molte startup scompaiono. Restano infrastrutture cruciali: “In quegli anni era stata posata tanta fibra ottica e si erano sviluppate le telecomunicazioni mobili. E poi è arrivata la Pay Pal Mafia”.
Per Pay Pal Mafia Bernabè intende investitori e finanzieri aggressivi e spregiudicati: “Un gruppo di investitori, Peter Thiel, Elon Musk, Reid Hoffinan, i più in vista; con i soldi del venture capital costruiscono servizi estremamente attraenti sulle infrastrutture esistenti”. Le piattaforme invadono il campo dell’informazione. Ci si accorge dell’enorme business costituito dalla vendita di pubblicità. Polarizzare le opinioni grazie all’uso degli algoritmi è il successivo “logico” passaggio, accompagnato dalla scientifica individuazione di richieste, esigenze, “sentire” di gruppi di utenti.
L’Internet engineering task force adotta il metodo del “best effort”, senza garanzie di prestazioni e basato sulla condivisione. Altro che agorà libera, democratica, libertaria. Il web è una concentrazione di potere e denaro che non ha precedenti nella storia dell’uomo.
Oggi si comincia a capire che non solo a “Houston we have a problem”. Le attuali leggi sulla privacy non bastano. Dovrebbe essere compito della politica prendere iniziative, porsi il problema dello sviluppo tecnologico, come regolarlo. Vorrà dire qualcosa che Musk e gli stessi esponenti della PayPal Mafia, con il recente appello sull’intelligenza artificiale, chiedono un intervento in questo senso? Le risposte non sono semplici. Ma c’è almeno la consapevolezza che occorre cercare soluzioni per problematiche che non possono essere ulteriormente eluse?