Militante ed esponente di quella sinistra di cui è sempre più rara la matrice, Francesco Catanzariti è sempre stato, con il suo rigoroso impegno politico e nel mondo sindacale, in prima linea a difesa dei deboli, in particolare i “suoi” braccianti calabresi e del Mezzogiorno. È stato segretario regionale nella Cgil, successivamente dirigente del PCI (parlamentare dal 1972 al 1976) e del PSI, consigliere comunale a Reggio Calabria e sindaco di Platì; sempre a fianco, sostenitore delle battaglie e delle iniziative politiche del Partito Radicale, in nome di quegli ideali di giustizia e libertà e della solidarietà umana che erano la sua cifra costitutiva.
Ci sono persone straordinarie che “segnano”, non cessano mai di meravigliare. Dote straordinaria, probabilmente perché a loro volta si “meravigliano”. Amico e compagno di tante iniziative politiche, civili, culturali, Furio Colombo, fino all’ultimo è stato una di queste persone: capace in modo naturale di meravigliare e meravigliarsi lui stesso; con in più un’altra preziosa dote: non restare mai indifferente; essere “parte”, saper e voler coltivare saldi valori; in loro nome indignarsi, intignarsi: resistere, insistere, perciò stesso esistere. Non c’è battaglia o iniziativa radicale che non abbia sostenuto e appoggiato, anche quelle apparentemente più bislacche e improbabili. Giornalista, scrittore, politico, autore televisivo, docente universitario (il DAMS di Bologna, la Columbia University) …Anche qui, una meraviglia di come sia riuscito a fare tante cose, e bene. A chi gli chiedeva quale fosse il suo “segreto”, con un sorriso rispondeva: “Di solito faccio le cose che mi piacciono”.
In “No. L’opposizione di uno”, che raccoglie i suoi testi di quando era parlamentare, una sorta di testamento: “I tecnici dell’economia parlano spesso di discontinuità come modo di separarsi dal passato inerte e dare vita a una ripresa. Credo che questa sia la parola chiave anche per la politica: nella partecipazione, nell’elezione, nella rappresentanza, nel governare, nel fare opposizione. Se ci sarà un futuro, oltre la palude”.
Il suo ricordo sia una benedizione.
Una persona straordinaria, dalla fortissima personalità, aveva una capacità creativa straripante, oltre il normale. Come Marco Pannella aveva un carattere dirompente, non mi meraviglia affatto che siano stati grandi amici. È risaputo che sia stato un deciso sostenitore di moltissime iniziative del Partito Radicale: per anni un nostro iscritto e ha contribuito con il suo genio a tante delle nostre campagne. Mi vengono in mente quella contro la pena di morte, sull’utilizzo dei preservativi e per la sopravvivenza del partito, al quale servivano tantissimi iscritti. Toscani è sempre stato presente quando Marco lo chiamava per avere un aiuto, un supporto. Memorabile la campagna del 1989–1990 che contribuì a salvare il Partito Radicale. Toscani di fatto utilizzò per il partito la sua campagna pubblicitaria sull’utilizzo dei preservativi. Così coinvolse tutti gli iscritti ‘vip’, tra personalità dello spettacolo, della musica, del cinema, della cultura, che diedero il loro volto per quell’iniziativa. Toscani aveva quel genio creativo che lo ha reso l’alter ego di Pannella per quanto riguarda l’arte. Il loro è stato un incontro-bomba, entrambi condividevano l’idea liberale della società, opposta a quella conformista e bigotta. Toscani-Pannella: una coppia esplosiva che aveva intuito tutto il potenziale che un’immagine poteva avere in termini comunicativi. Quanto una fotografia, soprattutto se ‘scandalosa’, poteva incidere nell’immaginario collettivo. Certo, li ho visti e sentiti litigare, anche furiosamente, ma tra loro c’era un enorme affetto, una grande stima. Avevano l’uno molto rispetto dell’altro e di base c’era una vera e sincera amicizia. Ricordo ancora quando accompagnai Marco nella tenuta toscana del fotografo e il loro numerosi incontri presso la sede del partito in via della Torre Argentina a Roma o presso il gruppo parlamentare radicale alla Camera dei deputati. (Sergio Rovasio).
