Proposta Radicale 5 2022
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Recensioni

L’invasione degli imperi

di Valter Vecellio

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Le catene della destra

Di Francesco Perpignano

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L’invasione degli imperi

L’invasione degli imperi

di Valter Vecellio

Poteva restare, e probabilmente rientrava nelle aspettative di Vladimir Putin, un conflitto “regionale” senza troppe conseguenze, al di là della formale riprovazione. Cos’è accaduto con la seconda guerra in Cecenia, la capitale Groznyj rasa al suolo? Dopo, un’escalation di operazioni militari: Georgia, Crimea, Siria, Mali, Kazakistan, Azerbaijan… Perché mai, così all’improvviso in Occidente si è detto: “No, basta”? Non da ora la Russia di Putin usa lo strumento militare per la sua politica estera.

Il libro di Maurizio Molinari aiuta a sciogliere questi interrogativi; è sperabile, dunque che sfugga alla “maledizione” che colpisce questo tipo di pubblicazioni: essere letti dagli “addetti ai lavori”, e ignorato da chi addetto non è (anche se è utilissima lettura anche ai pretesi “addetti”).

Anche la “costruzione” del libro è particolare, ricco di utilissime mappe che aiutano a orientarsi, a comprendere le dinamiche di nazioni come sono a tutti gli effetti “imperi”: gli Stati Uniti, la Russia, la Cina; con l’Europa che potrebbe e non sa, non può, non vuole, avendo rinunciato a suo tempo a dare concretezza al “sogno” di Ernesto Rossi, Altiero Spinelli, Eugenio Colorni, e successivamente Konrad Adenauer, Alcide De Gasperi, Robert Schumann (e, perfino, Winston Churchill).

Il libro di Molinari in sostanza ci si spiega quanto sia importante per le democrazie occidentali non limitarsi a rafforzare le proprie alleanze ma anche cercare altrove nuovi partner. Significa rispondere positivamente a paesi come Giappone, Australia, Nuova Zelanda, Sud Corea; significa capire l’importanza di contendere a Russia e Cina partnership privilegiate con le nazioni del sud del mondo. Significa che l’Unione Europea deve finalmente rendersi conto che si trova, piaccia o no, al centro di una competizione e una sfida globale fra Russia, Cina e Stati Uniti. C’è un imperialismo russo e un imperialismo cinese con i quali tocca fare i conti. La Russia imperiale di Putin vuole riconquistare buona parte dell’Europa dell’Est; la Cina imperiale di Xi lavora per una sua personalissima “Via della Seta” sotto la sua rigida egemonia. Gli Stati Uniti, con il vagheggiare la Comunità delle democrazie, hanno bisogno del contributo e della presenza dei paesi europei. L’Europa, in questo contesto, dovrebbe comprendere finalmente che l’unica ragionevole e saggia carta da giocare è quella degli Stati Uniti d’Europa. È un gigantesco risiko da cui nessuno può sottrarsi. Il libro di Molinari aiuta a capire perché.

Maurizio Molinari

Il ritorno degli imperi – Rizzoli

Le catene della destra

Le catene della destra

Di Francesco Perpignano

Il libro si pone un obiettivo ambizioso: svelare un grande imbroglio. Si individuano e con precisione si affonda il bisturi su rischi, pericoli, tentazioni, vizi, incrostazioni, della destra italiana che dopo una “attesa” di anni ha conquistato il potere in Italia; una destra che può contare su svariati alleati e aficionados non solo in Europa. È la radiografia di quella che senza troppi giri di parole viene definita “l’ascesa degli impostori”. L’autore, Claudio Cerasa, vuole svelare, per il bene della stessa destra “gli impostori dannosi per la nostra politica, per la nostra democrazia, per il nostro futuro”; individui che “da anni mettono in circolo un virus politico pericoloso: promettono di difendere la libertà negli stessi istanti in cui fanno di tutto per comprimerla”.

Una destra incarnata dal capo della Lega Matteo Salvini, un capitan Fracassa che si comporta con la delicatezza di un pachiderma rinchiuso in uno straripante negozio di cristallerie; e ora Giorgia Meloni, certo prima donna che varca la soglia di Palazzo Chigi, ma anche capo di una destra scombiccherata, confusionaria, che raccoglie consensi non per suoi meriti, ma perché gli avversari sono più confusi e confusionari di loro.   

Una destra che usa “gli immigrati come uno spauracchio per accrescere il proprio consenso…Giocare con la xenofobia fingendo di voler combattere l’immigrazione irregolare…Costruire un asse cordiale con i Paesi che vogliono trasformare l’Italia nel campo profughi d’Europa… Trasformare i problemi risolvibili in emergenze nazionali”…

Così nasce e si alimenta l’impostura: di volta in volta i “nemici” sono la scienza, gli immigrati, la globalizzazione, l’Europa… 

Le catene della destra” si collega idealmente a un precedente libro di Cerasa, speculare: “Le catene della sinistra”, del 2014. Catene che nel frattempo si sono fatte perfino più pesanti. Da questo punto di vista si assiste a uno scambio di pseudo-valori, un incrociarsi di “catene” inquietante e significativo. Ma ora il discorso si allarga, va ben oltre all’apparente paradosso di cui Cerasa si fa alfiere: aiutare la destra a riconoscere gli impostori. A liberarsi di se stessa, insomma.

Claudio Cerasa

Le catene della destra – Rizzoli

iMagz