Proposta Radicale 10 2023
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Scaffale

Il romanzo di una grande famiglia

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Un altro carcere è possibile

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Il romanzo di una grande famiglia

Il romanzo di una grande famiglia

Una cronaca familiare, a volte cullata a volte agitata dal secolo di storia (metà Ottocento, metà Novecento) che le turbina attorno; il romanzo di tre dinastie destinate a unirsi: i Tolstoj, la figlia e la nipote del genio russo; i Giacosa, la famiglia del più famoso drammaturgo italiano del tempo; gli Albertini, i fratelli che fecero grande il Corriere della Sera e osarono dire no a Mussolini.
La storia inizia in due posti lontani. Jasnaja Poljana la tenuta dove Leone Tolstoj dimorava; Colleretto, nel torinese, qui il piccolo Giuseppe detto “Pin” Giacosa cresce “letteralmente immerso nella campagna”. Da questi due angoli di province estreme partono, come cerchi nell’acqua distanti destinati a congiungersi, fatti familiari e stravolgimenti storici, che porteranno a un’unica leggenda. Le traversie dei Tolstoj, di guerre rivoluzioni e esili; e le difficoltà, le delusioni e i primi successi del giovane Giacosa, il drammaturgo librettista della Tosca e di Bohème. Poi il gioco del caso realizza il terzo, più vivificante innesto: è l’avventura, turbolenta, dei due fratelli Albertini, le cui biografie si identificano con il Corriere della Sera. Soprattutto di Luigi Albertini, il direttore e comproprietario che fece del Corriere il quotidiano più letto d’Italia, con i rivoluzionari supplementi, e il più moderno d’Europa; il liberale conservatore costretto a rinunciare al suo giornale per opporsi, unico tra i suoi pari, all’ascesa del fascismo. È lui il dominatore di questo libro, assieme all’altra figura di “Pin” Giacosa stagliata in tutta la sua tenerezza umana. Gli interni delle case si accompagnano alle vicende pubbliche straordinarie e ai grandi personaggi, del teatro, del giornalismo, della politica. Il punto di vista della narrazione è lo stesso, di volta in volta, dei protagonisti. La trama, che segue in quadri separati le storie individuali fino al loro intrecciarsi, sembra idealmente dividersi in due tempi, il prima e il dopo: l’Ottocento languido spira, seguito dalle catastrofi del nuovo secolo. Ma la Storia non dà ombra a quello che veramente è questo romanzo: un grande ritratto dei sentimenti.

Una famiglia straordinaria

Andrea Albertini – Sellerio

Un altro carcere è possibile

Un altro carcere è possibile

Si intitola Captivi la nuova opera di Enrico Sbriglia. Ispirato alla moltitudine di ‘prigionieri’ incontrati, l’autore inventa un personaggio, il direttore del penitenziario Cesare Sanfilippo, raccontandone i fantastici ricordi scanditi dall’orologio della pena. Captivi potrebbe essere un piccolo manuale di diritto penitenziario certamente sui generis: invece di citare articoli e commi, racconta di uomini e donne che vivono all’interno della dimensione carceraria. L’autore descrive come le leggi fatichino, immancabilmente, ad adattarsi alle persone, perché “l’essere umano è sempre una cosa complessa e con il trascorrere del tempo, inevitabilmente, muta, nel bene o nel male, ma muta”. Sbriglia, per interposta persona, “descrive quello che è ancora l’attuale sistema penitenziario italiano, ingessato nei suoi riti e nelle sue regole, mentre il mondo cambia velocemente. A ben guardare, non c’è tema di cronaca nera ed attuale che non venga affrontato attraverso i suoi talvolta inconsapevoli protagonisti: i terroristi, i mercanti di guerra, i cecchini, i pentiti, i tossicodipendenti, le persone transgender, gli sbandati, i folli, i colletti bianchi, gli immigrati irregolari, i ladri, gli assassini”.

Captivi

Enrico Sbriglia – Edicusano editore

iMagz