Dal gennaio al giugno del 1944 la famigerata banda di Pietro Koch (Reparto Speciale di Polizia), cattura e tortura i partigiani antifascisti nella Roma occupata dai nazisti. La prima sede della banda ha come base la Pensione Oltremare, una modesta locanda a due passi dalla stazione Termini. In questo luogo dal nome romantico, tra il febbraio e l’aprile del 1944 si consumano nefandezze inumane e speculari atti di eroismo da parte di partigiani il nome dei quali (Albertelli, Eluisi, Giglio) meritano imperitura gratitudine, mentre invece sono quasi dimenticati. Molti di loro finiscono nella lista Caruso (in realtà redatta da Koch) che vi iscrive i partigiani catturati e pertanto trucidati alle Fosse Ardeatine. La banda Koch cattura anche il regista Luchino Visconti, che a testimonianza di quella esperienza scrive il soggetto del film “Pensione Oltremare”, mai realizzato. Questo libro vuole contribuire al loro ricordo, e descrivere minuziosamente cosa accadde, giorno dopo giorno, nelle dodici settimane di attività della banda Koch tra le mura della “Oltremare”, che non esiste più dagli anni ’50; dal 1978 sino a oggi quelle stanze sono la sede di Radio Radicale.
Pensione Oltremare nell’inferno incantato
di Andrea Cavalieri – reperibile su www.Amazon.it
Che cos’è l’amministrazione della giustizia penale per Leonardo Sciascia?
Cosa sono un’indagine, una prova, un indizio? Giudici, avvocati, inquirenti, poliziotti, imputati? Cos’è una pena? Questo libro è un’analisi compiuta con gli «occhiali del giurista», condotta da professionisti del diritto che hanno una passione per il grande scrittore accompagnata da una totale conoscenza. Introducono chi segue il loro percorso ai romanzi e ai racconti come dentro a un coerente universo giuridico. Grazie, premettono gli autori – a una “scoperta”: “Sciascia non è l’algido osservatore del lavoro di poliziotti e giudici”; “è un cultore del vero giudiziario”, non descrive semplicemente casi gialli: realtà vissuta e archivi sono i pilastri della sua conoscenza: sfoglia dossier polizieschi, fascicoli processuali e carte di archivio. Un’immersione che porta alla radice più interessante della sua idea di diritto (che dà forma al capitolo forse più originale e rivelatore di tutto il saggio). Nessuno, diceva Sciascia, si può considerare estraneo e profano rispetto all’amministrazione della giustizia. Gli autori definiscono questo con la formula di “Illuminismo ben temperato”, che conduce a una conclusione interpretativa sorprendente: “Ci vuole anche, per rendere vera giustizia, la “scienza del cuore umano”, un supporto che vale quanto la “scienza dei codici””.
La sconfitta della ragione. Sciascia e la giustizia penale
di Ennio Amodio e Elena Maria Catalano – Sellerio
Alberto Manzi, il famoso maestro di una storica trasmissione di quando la TV era ancora in bianco e nero, Non è mai troppo tardi, grazie alla quale milioni di italiani analfabeti hanno imparato a leggere e scrivere. In occasione del centenario della nascita del “Maestro d’Italia” viene ripubblicato l’introvabile romanzo frutto della sua esperienza tra gli indios del Sud America: Pedro, indio e bastardo, è il più forte contadino del villaggio e lavora più di tre muli. Ma sa leggere e scrivere. Pensa e parla troppo, consapevole che ai suoi compagni basterebbe «un po’ di alfabeto» per iscriversi al sindacato e difendere i propri diritti. Ma poiché ogni terra ha un padrone, Pedro è – agli occhi di chi comanda – un uomo pericoloso, il simbolo della resistenza di un popolo che vive in situazioni disumane, sfruttato dai proprietari terrieri che usano la violenza. La luna nelle baracche, pubblicato nel 1974, è il primo romanzo di un ciclo di opere che ci restituisce, come atto d’amore e d’accusa, il senso profondo di quella realtà umana e sociale del Sudamerica che Manzi ha vissuto con la coscienza dell’autentico educatore.
La luna nelle baracche
di Alberto Manzi – Edizioni di Storia e Letteratura